In 25 anni di attività, Confimprese ha contribuito a costruire un ecosistema propizio al networking. Un bilancio sulla validità del franchising con il presidente Mario Resca.
Unire reti commerciali, dare supporto alle aziende retail, diventare un punto di riferimento per aiutarle ad aggiornarsi e crescere attraverso il confronto, la condivisione e il networking: sono gli obiettivi di Confimprese, Associazione per il commercio moderno, fondata nel 1999 a Milano da otto soci, che oggi rappresenta 450 marchi, 90mila punti vendita e 800mila addetti. Ne fanno parte realtà commerciali, molte aziende attive nel franchising, GDO e reti dirette.
Uno dei fondatori è Mario Resca, tutt’ora Presidente. Una laurea in economia, inizia come giornalista, assume incarichi dirigenziali in grandi imprese e multinazionali, ma anche in istituzioni e nella Pubblica amministrazione. Dal 1992 al 2007 è Presidente e Ad di McDonald’s Italia, sviluppa da 8 a 350 i ristoranti, con un’occupazione di oltre 15000 dipendenti. Ora è Presidente di Mondadori Retail (550 librerie dirette e in franchising), membro del Cda di Sausalitos, Senior advisor di alcuni fondi di Private equity e Presidente di Sicuritalia-IVRI.
Che cosa vi ha spinto a fondare una nuova associazione tra reti?
Mario Resca : Il bisogno di essere indipendenti, di sviluppare il franchising, un sistema commerciale che in Italia doveva ancora strutturarsi. Sono stati gli stessi franchisor a chiedere alle istituzioni interventi per snellire la burocrazia e alleggerire le pressioni di lobby e corporativismo, che bloccano alcuni settori. Volevamo creare un ambiente più competitivo ma disciplinato da regole, che tenesse conto anche della nuova concorrenza del commercio on line.
Lei è fra i fondatori: aveva un obiettivo personale?
Mario Resca : Creare la più importante catena nel commercio che raggruppasse grandi catene. Oggi siamo una forza d’urto importante, sediamo al tavolo delle istituzioni, organizziamo convegni su temi di attualità. Il 90% delle insegne dei centri commerciali sono nostre socie, nazionali e internazionali. Tante catene sono nate grazie a noi e tante, in arrivo dall’estero, le abbiamo aiutate a investire in Italia.
Il franchising è uno strumento di intervento locale?
Mario Resca : È uno strumento eccellente di gestione del territorio, su cui il franchisor agisce tramite franchisee adeguatamente addestrati e formati, per garantire uno standard di servizio e qualitativo omogeneo in tutta la rete. Grandi catene come McDonald’s sono partite dalle città con i loro flagship store, per svilupparsi in provincia. Lo stesso accade per le librerie Mondadori e altre insegne nate in Italia, come Rosso Pomodoro. Il franchisor intuisce uno sviluppo possibile, il franchisee investe e segue le regole, conseguendo un obiettivo imprenditoriale personale, ma anche globale, a beneficio di tutta la catena.
Che cosa fate per i vostri soci?
Mario Resca : Dialoghiamo con capogruppo e reti, organizziamo eventi in Italia. Abbiamo creato un centro di formazione, Confimprese Academy, per piccole e medie reti. Ai nostri seminari i franchisor condividono le loro esperienze. Insieme abbiamo lavorato con le istituzioni per la Legge sul franchising (6 Maggio 2004, n. 129) e per snellire il sistema. La mia esperienza con la Pubblica Amministrazione mi ha permesso di conoscerne il linguaggio e mantenere ottimi rapporti. Gli amministratori pubblici sanno che siamo un’associazione indipendente, che porta avanti studi e ha principi importanti, come la soddisfazione del cliente. Anche per il cliente il franchising è vantaggioso: trova insegne conosciute, gode dei vantaggi di un’economia di scala, che garantisce qualità, affidabilità, servizio e abbassa i prezzi.
Il retail oggi è in crescita o in sofferenza?
Mario Resca : È legato ai consumi. Il 2024 ha consolidato il 2023, ma il comparto deve crescere. Il retail rappresenta lo stato di salute di un sistema economico preoccupato dagli aumenti di costi e prezzi, tra energia, tassi, affitti, diminuita capacità di spesa. Qualche segno di risveglio c’è: la gente ha voglia di stare bene, di spendere in salute, benessere, tecnologia, ma deve avere un portafoglio adeguato. Sono cambiati i consumi delle famiglie. Il nostro Centro analizza l’andamento dei consumi e dei fenomeni sociali, basandosi sui dati forniti dai nostri associati.
Come si affrontano i buchi neri dei negozi chiusi e vuoti, nelle nostre città?
Mario Resca : Nel commercio indipendente o sei specializzato o il cliente privilegia i negozi in cui trova il miglior rapporto qualità – prezzo. Oggi il cliente è più attento e informato. Il piccolo punto vendita, senza capacità e competenze, resta ai margini. La via è quella dell’aggregazione.
Internazionalizzazione: è uno dei vostri obiettivi?
Mario Resca : I brand stranieri ci conoscono e ci chiedono aiuto, soprattutto per affrontare la burocrazia italiana. Dialoghiamo con le associazioni tra le catene, partecipiamo alle maggiori fiere di settore, come il Mapic di Cannes, salone di riferimento per l’immobiliare (dal 26 al 28 novembre 2024) e Nrf National retail federation, Retail’s big show di New York (dal 12 al 14 gennaio 2025). Per le nostre catene proponiamo azioni di lobby e missioni a Dubai, Usa, Riad… Collaboriamo anche con le Ambasciate italiane. Il mercato francese è uno dei principali sbocchi dei nostri associati. E tra i nostri soci abbiamo brand francesi. Qualche insegna: Jean Louis David, Franck Provost (cosmetica), Histoire d’Or (bigiotteria), Lagardère (travel e ristorazione), Maison du Monde (arredo e oggettistica), Le Creuset (pentole), Boxeurs des Rues (abbigliamento).