Franchising in Italia: trend e opportunità per investimenti

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Nel dinamico panorama dell’economica italiana, il franchising emerge non solo come modello di business di successo, ma come vero e proprio motore di crescita economica. Questo articolo si propone di esplorare il mondo del franchising in Italia, analizzando come diversi modelli di questa strategia imprenditoriale si siano adattati e prosperati nel contesto attuale.

In primo luogo occorre fare una precisazione: Come per ogni settore, è importante analizzare i dati economici dell’anno precedente a quello in corso porprio per comprendere oggettivamente l’andamento del mercato e non fare ragionamenti puramente speculativi su dati approssimativi e volatili. Pertanto, nel 2023, la decisione di aprire in franchising in Italia si conferma una scelta strategica estremamente vantaggiosa, testimoniata da una crescita significativa e da un contributo robusto all’economia nazionale. Con un valore aggiunto di 37,122 miliardi di euro, che rappresenta il 2,2% del PIL italiano, il settore del franchising ha dimostrato un incremento impressionante del 7,1% rispetto all’anno precedente. Questo rispecchia un impatto economico diretto e tangibile, evidenziando la potenza di questo modello di business.

L’ambito occupazionale ha beneficiato enormemente, con i negozi in franchising che hanno contribuito alla creazione di oltre 120.000 nuovi posti di lavoro, portando il totale degli addetti nel settore a 252.848, con un aumento del 6,3% rispetto al 2022. Questi dati sottolineano l’importante ruolo dei negozi in franchising nel promuovere l’occupazione, soprattutto tra i giovani, e nel stimolare l’economia attraverso nuove opportunità lavorative.

In termini di contributo fiscale, il franchising ha versato 10,8 miliardi di euro in tasse nel 2023, un dato significativo che sottolinea il ruolo vitale del settore non solo nell’economia basata sul consumo ma anche come pilastro delle finanze pubbliche italiane.

Gli investimenti nel settore hanno mostrato una crescita continua, con 5,2 miliardi di euro investiti nel 2023, segnando un aumento del 5,8% rispetto all’anno precedente. Questi investimenti riflettono la fiducia degli imprenditori nel modello di franchising e la sua resilienza, anche in tempi economicamente incerti.

Alla luce di quanto appena evidenziato, appare evidente che, aprire in franchising in Italia non è soltanto una scelta vantaggiosa per chi cerca di entrare nel mondo dell’imprenditoria con il supporto di un marchio consolidato, ma rappresenta anche un motore potente di crescita economica per il paese, con benefici estesi che includono l’aumento del PIL, la crescita dell’occupazione e l’incremento delle entrate fiscali.

Il franchising in Italia ha mostrato una crescita notevole tra il 2013 e il 2023, consolidando il suo ruolo come pilastro essenziale dell’economia del paese. Durante questo periodo, i migliori franchising hanno dimostrato una straordinaria resilienza e una notevole capacità di adattamento, integrando tecnologie avanzate per migliorare la loro efficienza operativa e l’interazione con i clienti.

Punti chiave dall’analisi del decennio:

  1. Crescita del Valore Aggiunto:
    • Il valore aggiunto è salito da 27,1 miliardi di euro nel 2013 a 37,1 miliardi di euro nel 2023.
    • Questo rappresenta un incremento significativo del 7,1% nell’ultimo anno.
  2. Aumento dell’Occupazione:
    • L’occupazione nel settore franchising è aumentata da 215.000 addetti nel 2013 a 252.848 nel 2023.
    • Il settore ha costantemente creato posti di lavoro, supportando l’economia locale.
  3. Incremento del Gettito Fiscale:
    • Il gettito fiscale è cresciuto da 8,1 miliardi di euro nel 2013 a 10,8 miliardi di euro nel 2023.
    • L’incremento dell’8% nell’ultimo anno evidenzia l’importante contributo del settore alle finanze pubbliche.
  4. Espansione degli Investimenti:
    • Gli investimenti nel franchising sono aumentati da 4,2 miliardi di euro nel 2013 a 5,2 miliardi di euro nel 2023.
    • Questo aumento riflette la fiducia continua degli imprenditori nel modello di franchising e la sua adattabilità.

Questi dati non solo confermano la solidità del modello di franchising in Italia, ma anche il suo potenziale di crescita continua. Il franchising resta una componente vitale per l’economia italiana, capace di affrontare le sfide economiche e sfruttare le opportunità di innovazione per una crescita sostenuta.

Il panorama del franchising in Italia si distingue non solo per la solidità e la crescita, ma anche per la diversità dei settori che compongono il tessuto economico del franchising. Alcuni dei migliori franchising operano in settori che dimostrano un’alta redditività e una forte capacità di generare occupazione, sottolineando ulteriormente l’attrattiva di aprire un negozio in franchising in questi ambiti.

Nel settore alimentare, che rappresenta uno dei pilastri del franchising italiano, il valore aggiunto nel 2023 ha raggiunto i 12,5 miliardi di euro, costituendo il 33,7% del totale del franchising. Questo settore non solo offre una forte resilienza alle crisi economiche grazie alla domanda stabile dei consumatori, ma impiega anche 78.000 addetti, rappresentando il 31% dell’occupazione totale nel franchising. Gli investimenti in questo settore ammontano a 1,8 miliardi di euro, dimostrando una chiara fiducia nel potenziale di crescita.

Parallelamente, il settore dell’abbigliamento e degli accessori continua a essere influenzato da mode e tendenze, con un valore aggiunto di 8,2 miliardi di euro e 52.000 addetti. L’impegno per il marketing innovativo e la comunicazione visiva è evidente, con investimenti che hanno raggiunto 1,2 miliardi di euro nel 2023.

Il settore dei servizi alla persona, che comprende servizi di benessere e cura individuale, ha mostrato una crescita notevole, con un valore aggiunto di 7,8 miliardi di euro e 64.000 addetti. Questo segmento beneficia di una crescente domanda di servizi personalizzati e mette in luce l’importanza della customer experience e della professionalizzazione degli operatori, con investimenti che raggiungono 1,1 miliardi di euro.

Oltre a questi, il franchising online emerge come un settore in rapida espansione, con un valore aggiunto di 1,2 miliardi di euro e 15.000 addetti, evidenziando un notevole potenziale ancora inespresso. L’adozione dell’e-commerce e delle strategie di marketing digitale sta trasformando radicalmente questo segmento, rendendolo un’opzione intrigante per i nuovi imprenditori.

Questi dati non solo confermano l’importanza di scegliere il settore giusto per aprire un negozio in franchising, ma evidenziano anche le opportunità di successo e crescita nei diversi ambiti del franchising italiano.

L’analisi regionale offre un’ulteriore comprensione di dove i migliori franchising si concentrano maggiormente, influenzando direttamente la decisione su dove aprire un franchising. Le regioni italiane mostrano differenze significative nella distribuzione e nel successo delle attività in franchising, con alcune aree che emergono come hub centrali per determinati settori.

  • La Lombardia, per esempio, si distingue per una elevata concentrazione di insegne, specialmente nei settori dell’alimentare, dell’abbigliamento e dei servizi alla persona. Questa regione, con Milano al centro, offre un ambiente dinamico per le imprese e una vasta gamma di opportunità commerciali, rendendola ideale per aprire un negozio in franchising.
  • Il Lazio, e in particolare Roma, è noto per una forte presenza del franchising, con un focus predominante nel settore dei servizi. Questa regione attrae brand nazionali e internazionali, beneficiando di un grande flusso turistico e di un mercato locale piuttosto ampio.
  • L’Emilia-Romagna ha una tradizione consolidata nel franchising, con un’accentuata inclinazione verso l’agroalimentare e i servizi alle imprese, rispecchiando la forte identità gastronomica e imprenditoriale della regione.
  • Il Veneto mostra una elevata diffusione del franchising attraverso diverse aree, caratterizzato da un buon equilibrio tra i vari settori. Questa regione supporta una varietà di idee imprenditoriali, offrendo un terreno fertile per la crescita di nuove attività in franchising.
  • Infine, il Piemonte si distingue per la significativa presenza di insegne di franchising, soprattutto nel commercio al dettaglio e nei servizi alla persona, beneficiando di un’infrastruttura commerciale ben sviluppata e di una solida base di consumatori.

Comprendere queste dinamiche regionali è fondamentale per gli imprenditori che valutano l’apertura di un franchising, poiché scegliere la regione giusta può influenzare notevolmente le prospettive di successo dell’attività. Queste informazioni non solo guidano la scelta del luogo ideale ma forniscono anche spunti strategici per adattare l’offerta commerciale alle specificità del mercato locale.

Nel panorama del franchising, due modelli di espansione attirano spesso l’attenzione: il master franchising e il sub-franchising. Entrambi offrono strategie per far crescere un marchio, ma presentano caratteristiche e peculiarità differenti. Vediamo insieme le sfumature di ogni modello e cerchiamo di capire quale potrebbe funzionare meglio in Italia.

  • Immaginiamo il master franchising come una sorta di “franchisor nel franchising”. Il franchisor concede a un imprenditore, il master franchisee, il diritto di sviluppare il marchio e il format del franchising in un territorio specifico, diventando a sua volta un sub-franchisor per quell’area.

    Il master franchisee assume la responsabilità di reclutare, selezionare e formare i sub-franchisee, quei coraggiosi imprenditori che apriranno i punti vendita del marchio nel territorio assegnato. Inoltre, offre supporto in termini di marketing, operations e gestione del business, diventando un mentore per i sub-franchisee. In cambio di questo prezioso lavoro, il master franchisee riceve una royalty dal franchisor per ogni sub-franchising concesso.

  • Dall’altra parte, il sub-franchising si concentra sulla singola unità operativa. Un imprenditore, il sub-franchisee, acquisisce il diritto di utilizzare il marchio e il format del franchising per aprire un punto vendita in un’area specifica all’interno del territorio master.

    Il sub-franchisee opera sotto il marchio e le direttive del franchisor, pagando una royalty per il privilegio di far parte della rete. Deve seguire le regole e le procedure stabilite dal franchisor e dal master franchisee, garantendo coerenza e uniformità all’interno del brand.

Non esiste una ricetta magica che definisce un modello migliore dell’altro. La scelta tra master franchising e sub-franchising dipende da diversi fattori, come il settore di attività, la dimensione del mercato, l’esperienza del franchisor e la cultura imprenditoriale del territorio.

In alcuni settori, come l’abbigliamento o l’alimentare, il master franchising può essere più efficace per garantire una rapida espansione e una coerenza del marchio a livello nazionale. In mercati vasti o complessi, il sub-franchising può rivelarsi più adatto per sfruttare la conoscenza locale e la capacità di adattamento dei sub-franchisee alle specificità del territorio.

L’esperienza del franchisor gioca un ruolo fondamentale. Se il franchisor ha in Italia una limitata esperienza, il master franchising può fornire un supporto prezioso nella gestione del mercato italiano. Al contrario, se la cultura imprenditoriale locale è forte e radicata, il sub-franchising può favorire una maggiore diffusione del marchio grazie all’apporto di imprenditori locali motivati e già radicati nel tessuto economico.

La scelta tra master franchising e sub-franchising richiede un’attenta valutazione da parte del franchisor. È fondamentale considerare i potenziali rischi associati a ciascun modello, come la mancanza di controllo diretto nel caso del master franchising o la possibile diluizione del brand nel caso del sub-franchising.

Un accordo contrattuale chiaro e dettagliato è fondamentale per definire i diritti e le obbligazioni di tutte le parti coinvolte, garantendo trasparenza e tutela a franchisor, master franchisee e sub-franchisee.

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